Un libro e un convegno su Dante Cecchi - Accademia dei Catenati - Macerata

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Un libro e un convegno su Dante Cecchi

ATTIVITA' > Anno 2016

8 maggio 2016

Teatro Lauro Rossi

Iniziativa promossa dal Centro Studi Storici Maceratesi in collaborazione con : Consiglio Regionale delle Marche, Comune di Macerata, Deputazione di Storia Patria per le Marche, Fondazione Carima, Università degli Studi di Macerata, Unione Italiana Libero Teatro e la nostra Accademia

Dante Cecchi, con i suoi settanta anni di appartenenza alla nostra Accademia (dal 1945 al 2015), è di gran lunga l’accademico con la più lunga militanza dal 1574 ad oggi. Ha inoltre ricoperto nei vari decenni tutte le cariche accademiche, fino a quella di “Principe onorario” istituita nel 2010 proprio in suo onore.
L'iniziativa del libro e del convegno è stata del Centro Studi Storici Maceratesi in collaborazione con il Consiglio Regionale delle Marche, il Comune di Macerata, la Deputazione di Storia Patria per le Marche, la Fondazione Carima, l'Università degli Studi di Macerata, l'Unione Italiana Libero Teatro e la nostra Accademia.
Abbiamo chiesto al Prof. Alberto Meriggi, curatore del volume “Dante Cecchi. L’avventura di un intellettuale nelle Marche del Novecento”, di illustrarci le motivazioni del volume e del convegno dedicati al compianto professore scomparso nel 2015 e di sintetizzarne per il nostro sito le qualità umane e culturali.

Prof. Meriggi, qual’è il significato dell’iniziativa assunta dal Centro di Studi Storici Maceratesi di pubblicare un volume e organizzare un convegno in ricordo di Dante Cecchi?
Il Centro di Studi Storici Maceratesi non poteva esimersi dal ricordare d’aver avuto tra i soci fondatori, tra i membri più autorevoli del Direttivo e tra i collaboratori con maggior numero di saggi, un maestro insigne della storia e, più in generale, un educatore culturale stimatissimo del rango di Dante Cecchi. Rappresentante della “miglior gioventù” maceratese del secondo dopoguerra e attento alle sollecitazioni storiografiche a lui contemporanee, Cecchi è riuscito ad offrire una sintesi compiuta di impegno civile e cultura, tramite una produzione bibliografica rilevante e continua e il magistero dell’insegnamento, che ha esercitato con passione e entusiasmo presso istituti scolastici e l’Università.
Il volume, curato da Alberto Meriggi, è pubblicato tra i Quaderni del Consiglio Regionale delle Marche (n. 210 - settembre 2016) sotto l'egida del Centro Studi Storici Maceratesi.
Per i soci del Centro Studi, e mi risulta anche per i membri dell’Accademia dei Catenati, è stato anche  un amico,  del quale è  impossibile dimenticarne  lo spirito sempre vivo e la particolare sensibilità con la quale entrava in sintonia con colleghi, studiosi e lettori. Dotato di intelligenza vivissima e feconda e di una personalità incline al dialogo sia culturale che più schiettamente amicale, era sempre aperto all’accoglienza che manifestava col sorriso. Doverosa riconoscenza, da una parte, ma soprattutto, dall’altra, grande affetto e stima: le motivazioni che hanno indotto il Direttivo del Centro a farsi promotore della pubblicazione di un libro e dell’organizzazione di una giornata in ricordo dell’amico.

L’iniziativa del Centro di Studi Storici Maceratesi è stata condivisa e sostenuta da vari Enti ed Associazioni, compresa la nostra Accademia.
L’iniziativa del Centro di Studi Storici Maceratesi ha raccolto l’immediata e calorosa adesione degli Enti e delle Associazioni deputate alla tutela e alla promozione della cultura, le quali hanno dato il loro concreto appoggio per la pubblicazione del volume e per l’organizzazione della giornata in ricordo di Dante Cecchi. In particolare, oltre all’Accademia dei Catenati, adesione e sostegno sono venuti dal Consiglio Regionale delle Marche, dall’Amministrazione comunale di Macerata, dalla Fondazione Carima, dalla Deputazione di Storia patria per le Marche, dall’Università di Macerata, dall’Unione italiana libero teatro (Uilt). Hanno inoltre collaborato con i loro scritti al libro in omaggio a Dante Cecchi Francesca Bartolacci, Giammario Borri, Carlo Capodaglio, Giovanni Cecchi, Adriano Ciaffi, Anna Maria Tamburri, Maurizio Verdenelli.

Che cosa ha rappresentato Dante Cecchi nella vita culturale, politica e sociale maceratese?  
E’ stata una figura di primo piano non solo nella vita culturale, politica e sociale della città di Macerata, ma della Provincia e dell’intera Regione marchigiana, dal secondo dopoguerra, nella sua qualità di consigliere comunale e assessore alla cultura nel Comune di Macerata fino agli anni Settanta, di professore e preside di Liceo e successivamente docente di Diritto comune e di Storia dell’amministrazione pubblica all’Università di Macerata. Diversi contributi del volume ricordano le sue qualità umane, professionali e politiche, le sue capacità di dialogo e di serena apertura al confronto che lo hanno fatto amare e rispettare da tutti, tanto da divenire modello e ispiratore di tanti giovani studiosi e appassionati della ricerca storica. A lui dobbiamo infatti un incisivo contributo dato, in modi diversi, allo sviluppo degli studi storici nella Regione, sempre coltivati con zelo e dedizione per la storia locale e la propria terra. Un apporto offerto innanzitutto con i suoi numerosissimi saggi che, spaziando dal mondo romano al XIX secolo, hanno toccato temi di grande rilievo per la storia istituzionale ed economico-sociale delle Marche. In secondo luogo con la promozione di iniziative di notevole spessore culturale, quale la pubblicazione - sponsorizzata dalla Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata -  dei nove splendidi volumi dedicati a Macerata e al suo territorio. In terzo luogo, con il valido sostegno al Centro di Studi Storici Maceratesi. Sua cura particolare è stata quella di approfondire originali temi di storia giuridica locale alla luce dei più solidi risultati della grande storia nazionale e di giovarsi nella ricerca della metodologia più aggiornata. Nella sua intensa attività di studioso è passato spesso da importanti ricerche su aspetti specifici della Regione a studi di raggio sempre più vasto su problemi nazionali, senza però mai perdere di vista i fatti della storia locale che era l’ambito che più amava.
 
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