Il nome "Catenati" - Accademia dei Catenati - Macerata

Cerca
Vai ai contenuti

Menu principale:

Il nome "Catenati"

ORIGINI E STORIA

Il nome "Catenati" deriva dall'immagine della  " Cathena d'oro distesa dal cielo alla terra" descritta da Omero nel Libro VIII dell'Iliade, assunta come simbolo della congiunzione delle cose umane con  quelle celesti, dell'attrazione che il cielo esercita sulla terra, dei diversi gradi di elevazione culturale e morale raffigurati dagli anelli d’oro della catena ascendente.


La costituzione dell’Accademia dei Catenati, il 2 luglio 1574, fu sancita dall’elezione del Consiglio Accademico e del Principe: ma a quella data l’Accademia non aveva ancora né le leggi, né l’impresa, né il motto; e non aveva neanche il nome.  Per completare il profilo dell’Accademia occorsero ancora diciotto mesi di incontri e discussioni, fino al dicembre 1575.
I nomi discussi fino al febbraio 1575 furono oltre 30 (1); il più insistito fu inizialmente Otiosi, proposto a più riprese in abbinamento al motto In otio negotium.

Il 15 settembre 1574 fu proposto, insieme ad altri sei,  il nome di Incatenati, associato al motto Hinc a te nati  e  all’immagine della catena d’oro evocata da Zeus nel Libro VIII dell’Iliade:

"Tutte da quella penderan le cose..."


D'oro al cielo appendete una catena,
e tutti a questa v'attaccate, o Divi
e voi Dive, e traete. E non per questo      
dal ciel trarrete in terra il sommo Giove,
supremo senno, né pur tutte oprando
le vostre posse. Ma ben io, se il voglio,
la trarrò colla terra e il mar sospeso:
indi alla vetta dell'immoto Olimpo       
annoderò la gran catena, ed alto
tutte da quella penderan le cose.
(Iliade, Libro VIII, trad. V.Monti, vv. 23-32)


La proposta non incontrò subito il favore degli accademici e tanto il nome Incatenati quanto il motto Hinc a te nati  da cui derivava furono momentaneamente messi da parte.

Rimase tuttavia la suggestione di quei versi dell’Iliade e della "catena d’oro", simbolo della congiunzione delle cose umane con le divine, tanto che dal febbraio 1575 gli accademici non discussero praticamente più di nuovi nomi - essendo di fatto orientati ad ispirarsi per il nome all'aurea catena  omerica - e si concentrarono piuttosto sul motto da associargli.

Presero in considerazione, in più sedute, almeno una quindicina di possibili motti, traendoli da Luciano di Samosata, Seneca, Orazio, Virgilio, Petrarca ed altri classici. Non mancò neanche un nuovo parto della fantasia enigmistica che già aveva prodotto Hinc a te nati (, che si raccomandava quasi solo per l’assonanza  col nome Catenati), finché non venne individuato il motto ritenuto più appropriato in un passo dell’Ercole Gallico di Luciano: ossia “lieti seguaci”.  

Dal dicembre 1575 gli accademici iniziarono a chiamarsi “Catenati” riconoscendosi definitivamente nella “impresa della Cathena d’oro” e nel motto  .

La lunga discussione sul motto e l’esito che essa ebbe rivelano il bisogno avvertito dagli  accademici di prevenire ogni possibile associazione della “catena” scelta come simbolo all'idea di “coercizione”, “legame forzato”, affermando in modo inequivocabile con il motto l’idea opposta di libera e lieta adesione al principio del legame tra la terra e il cielo, in coerenza con la prima motivazione della proposta:

“Il corpo dell’Impresa sia una Cathena d’oro distesa di cielo in terra (.....). Il Cielo dimostra che in lui è il principio et il fin nostro, la Cathena mostra i gradi di ascendere et discendere dal Cielo et in Cielo: l’oro dimostra, che, siccome dal Cielo non discende in terra altro che bene, così ancora per altra strada che di beni di virtù e di fatiche nobili non si ascende al Cielo. La terra poi significherà noi Mortali. Il corpo dell’Impresa, cioè la Cathena d’oro è da Homero; il restante è di Platone, et indi si può conoscere l’Impresa essere di grande autorità e maggior dottrina”. (2)




L'incisione nel frontespizio della tragedia ATHAMANTE (1579)

L'impresa dipinta da Sforza Compagnoni
(sec. XVII)

L’intento perseguito dai Catenati con queste scelte, scrive Lucia Simi, fu "quello di tentare di armonizzare i dogmi della rivelazione cristiana con i principi della filosofia greca, cercando di conciliare la sapienza pagana con la fede cristiana. La filosofia platonica, in modo particolare, informa il pensiero dei Catenati: la verità assoluta, eterna ed universale si può acquisire solo tramite la reminiscenza delle idee innate (le cognizioni raffigurate dagli anelli della catena), emanate dall’intelletto divino, la sorgente d’ogni sapienza e verità". (3)

Non trova fondamento negli Atti originari dell’Accademia la funzione simbolica del numero degli anelli della catena che in epoche successive si è voluto enfatizzare collegandola al numero sette, numero carico di simbologia sia nella cultura classica che nella tradizione ebraico-cristiana. Nelle proposte delle origini non si fa alcun cenno a quale dovesse essere il numero degli anelli né tantomeno ad un suo eventuale significato, mentre si dà rilievo alla materia “aurea” della catena.

Non a caso, del resto, la prima catena impressa a stampa (nel frontepizio dell’Athamante nell’anno 1579, quando quasi tutti i fondatori erano ancora attivi nell’Accademia), di anelli non ne ha sette ma nove.

Il numero di sette anelli che figura nel grande stemma dipinto da Sforza Compagnoni nel secolo successivo (che probabilmente ha suggestionato gli esegeti posteriori) è dovuto ad una scelta casuale, non dettata da valenze simboliche attribuite dagli accademici, come peraltro i diversi numeri di anelli raffigurati nei vari stemmi e loghi fino ad oggi.

Nazzareno Gaspari

............................
1) I nomi proposti e discussi furono i seguenti: Fedeli, Ardenti, Excitati, Eccitati, Desjosi, Otiosi, Contrarij, Incatenati,
Incogniti, Olimpici, Patienti, Animosi, Difesi, Custoditi, Interni, Ombrosi, Tenebrosi, Erranti, Sterili, Accorti, Riformati,
Atlantici, Ruggiadosi, Tritonici, Naturali, Etenei, Aspiranti, Desiderosi, Abstracti, Informi, Oscuri, Suavi, Industriosi, Catenati;


2) Atti dell’Accademia dei Catenati, Biblioteca Comunale Mozzi-Borgetti di Macerata, Ms 623, I, pp. 9 segg.;

3) Lucia Simi, Gli stemmi degli Accademici Catenati, Macerata, 2008, pgg 24-25.




L'altra "Accademia dei Catenati"

Nella storia delle Accademie italiane, solo un’altra Accademia porta il nome "Catenati" oltre quella maceratese; fu costituita a Siena, ebbe breve durata e il significato dato al simbolo della "catena" fu completamente diverso da quello dei Catenati maceratesi, come si evince dallo stemma riportato qui a fianco.

-
-
-



Stemma dell'Accademia dei Catenati di Siena

(Roma, Biblioteca Casanatense)



 
Torna ai contenuti | Torna al menu