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Accademia dei Catenati - Macerata

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Catenati: dal 1574
Lettere, Arti, Scienze

Nella monumentale "Storia delle Accademie in Italia", Michele Maylender afferma che l'Accademia dei Catenati di Macerata è da considerarsi "uno dei più antichi cenacoli letterari d'Italia", cui va riconosciuto un ruolo di rilievo nella rinascita culturale promossa in Italia centrale nella seconda metà del secolo XVI.
Attiva ancora oggi,  l'Accademia dei Catenati è tra le pochissime accademie italiane che possono vantare una continuità plurisecolare.
La data di fondazione è il 2 luglio 1574, quando un gruppo di letterati maceratesi si raccolse intorno a Gerolamo Zoppio - professore di poetica, retorica e filosofia morale nell'Università di Macerata – per dare corpo ad una Accademia vagheggiata da molti anni.
Il nome "Catenati" deriva dall'immagine della  "Cathena d'oro distesa dal cielo alla terra" descritta da Omero nel Libro VIII dell'Iliade, assunta come simbolo della congiunzione delle cose umane con quelle celesti,  [CONTINUA]


Le Accademie del '500 antesignane dei moderni social network?


Uno studio inglese individua nelle Accademie che fiorirono in Italia tra il sec. XVI e il XVIII caratteristiche di comunicazione e scambio culturale che le rendono precorritrici degli attuali social network come Facebook e Twitter: in tempi in cui internet non era neanche lontanamente immaginabile, esse costituivano una vera e propria "rete" attraverso cui si alimentavano e si moltiplicavano opportunità di contatto, confronto, dibattito e anche divertimento.
Lo studio The Italian Academies 1525-1700: The first intellectual Networks of early modern Europe è il risultato di una ricerca quadriennale condotta in collaborazione dalla British Library, dalla Royal Holloway University of London e dalla Reading University,  [CONTINUA]
Prossimi appuntamenti
L'incontro si configura come momento di riflessione e confronto fra Università e rappresentanti di alcune delle maggiori associazioni culturali di Macerata attive nella promozione del patrimonio della città, allo scopo di offrire idee per il futuro del territorio
Incontri recenti
Conferenza di presentazione del volume realizzato in occasione della mostra dedicata a Magdalo Mussio, morto 19 anni fa, allestita alla Casa Museo Osvaldo Licini di Monte Vidon Corrado.

La pubblicazione, edita da Ephemeria di Macerata, è stata curata da Daniela Simoni e Stefano Bracalente del Centro Studi Licini. All’interno, ricco di foto e riproduzioni delle opere di Mussio, vengono riportati contributi testuali di Luigi Ballerini, Paola Bellesi, Stefano Bracalente, Allì Caracciolo, Loredana Finicelli, Carlo Franza, Luciano Martinis, MauroMazziero, Mario Piazza, Massimo Raffaeli, Aldo Raparelli, Francesco Scarabicchi e Daniela Simoni.
 
Magdalo Mussio è stato un artista di rilievo internazionale che ha operato in diversi campi della creatività e dell’arte: dalla grafica all’editoria, dall’animazione cinematografica alla scenografia. È stato direttore creativo e animatore di numerosi film, tra cui Realedissoluto”, “I ragazzi di Theresi”, “Il potere del drago” e “Umanomeno”. Dopo aver fatto, dalla seconda metà degli anni Cinquanta, importanti esperienze fra Roma e Firenze, aver vissuto in Canada a fianco di Norman McLaren, essere stato dal 1963 caporedattore egrafico della storica rivista Marcatré che, da Milano, fiancheggiava la neoavanguardia del Gruppo 63, circondato, come ricorda FrancoScataglini nel volume, da personalità come Sanguineti, Calvesi, Dorfles, Eco, Bussotti e Berio e aver collaborato con personaggi dell’arte edella cultura a livello internazionale, dal 1974 Mussio si stabilizza nelle Marche vivendo fra Pollenza, Macerata e Civitanova. È stato direttore artistico della casa editrice La Nuova Foglio, periodo durante il quale sperimentò una nuova forma di editoria d’arte innovativa e raffinata. La città di Macerata e i tanti suoi studenti ricordano Magdalo Mussio quando era docente presso l’Accademia di Belle Arti e l’occasione della presentazione di questo nuovo libro sarà anche un modo per rinnovare il ricordo dell’artista in concomitanza del centenario della sua nascita.
 
L’iniziativa ha avuto il patrocinio del Comune e dell’Accademia di Belle Arti di Macerata ed è stata organizzata dall’Accademia dei Catenati in collaborazione con il Centro Studi Osvaldo Licini e la casa editrice Ephemeria.
 
Da Cronache Maceratesi, 25 maggio 2025
“La cura non è che la ricerca della migliore vicinanza possibile”

PRIMA VISITA è una drammaturgia scritta da Ubaldo Sagripanti, rappresentata mercoledì 21 maggio 2025, alle ore 17.15, dallo Sperimentale Teatro A (STA) per la regia di Allì Caracciolo, nell’Auditorium della Biblioteca Comunale Mozzi-Borgetti, con il Patrocinio del Comune di Macerata.
Interpreti: Maria Novella Gobbi con la partecipazione straordinaria di Allì Caracciolo.
PRIMA VISITA costituisce il secondo momento successivo all’Incontro-STA del 27 marzo 2024, anch’esso sotto il Patrocinio del Comune di Macerata, nel quale lo psichiatra e scrittore Ubaldo Sagripanti, con questa opera di Medical Humanities secondo una visione di sinergia tra la medicina e le scienze sociali, antropologiche, etiche, e arti, ha introdotto il tema nuovo e sperimentale della Medicina Narrativa applicata alla Psichiatria, ricerca da lui da lungo tempo condotta.
In questo secondo evento, la forza di comunicazione propria del teatro introduce direttamente nel vivo del riservato colloquio tra una Psichiatra e una Paziente affetta da disturbo bipolare: la sua drammatica storia affiora grazie alla sapiente, discreta, guida della dottoressa e soprattutto alla sua humanitas che la rende direttamente partecipe della narrazione, al fine di trovare insieme il percorso di cura più idoneo relativamente alla storia della Paziente: “La sua storia va onorata” è l’impegno professionale e umano della Psichiatra.
Il focus del dramma è sulla necessità di ricerca e costruzione di un rapporto di profonda consapevolezza dell’Umano e della sua centralità nella vita sociale professionale, specie in fondamentali ambiti particolarmente delicati come quello medico e psichiatrico, della formazione giovanile e altri di decisiva significazione nella vita dei singoli e delle società.
Ritrovare l’essere umano al di là delle cifre e delle formalità è anche l’intento teatrale che fa del testo drammaturgico una sorta di paradigma dell’istanza di riflettere su tale impellenza nei nostri tempi altamente automatizzati tendenti alla cancellazione dell’individualità e delle sue specifiche problematiche.

NOTA
In Italia l’Istituto Superiore di Sanità definisce “Medicina Narrativa” (dall’inglese Narrative Medicine): “una metodologia d’intervento clinico-assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa. La narrazione è lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella malattia e nel processo di cura. Il fine è la costruzione condivisa di un percorso di cura personalizzato [...]”.
La Medicina Narrativa parte dalla constatazione che, a fronte di tecnologie di diagnosi e analisi sempre più sofisticate, è passata in secondo piano la capacità dei medici di ascoltare i pazienti, perdendo in tal modo la possibilità di recepire, grazie alle parole dei malati, quegli elementi indispensabili per il trattamento e la cura della malattia. Il recupero del rapporto umano all’interno dell’atto medico passa per l’ascolto e tecniche di conversazione (ma anche tramite forme di scrittura, per es. poesie, racconti, disegni), che consentono la condivisione dei vissuti Medico/Paziente, i quali, finché sono esseri umani a curare altri esseri umani, non sono separabili dall’atto clinico nella ricerca di Percorsi di cura personalizzati.
A.C
Catenati
Catenati

Sito realizzato in proprio dall'Accademia dei Catenati

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