accedendo a quella dimensione dell’invisibile, paradossalmente più reale e concreta del visibile. Il margine è una “passerella gettata sul vuoto”. La pagina bianca, lo spazio bianco, lontani dall’essere rimembranza ermetica, è filosofica “figurazione” di vuoto. I cui margini segnano una rigorosa etica, quella della Poesia.
Figura vera e propria, immagine, seppure vuota, ma pur sempre immagine del vuoto! Ma la pagina bianca, e il vuoto, ci spingono verso altre inaudite pretese, e altrettante profondità sospese tra dicibile e indicibile.
Perché la parola, ai margini del vuoto, è in realtà sospesa ai margini del silenzio. La parola, così, si interrompe dove stabilisce dei margini, ovvero la parola cede il suo spazio comunicativo, o evocativo, a ciò che dovrebbe essere ai suoi margini: il Vuoto!
Ovvero la scrittura si pone ai margini della pagina, e disegna al suo interno una pagina bianca, un Vuoto, che prende il posto, e il ruolo, comunicativo, evocativo o conoscitivo, della Parola! Ove Poesia è Conoscenza e Silenzio.
FRANCESCO SOLITARIO è titolare della Cattedra di Estetica e di Filosofia dell'Arte Contemporanea dell'Università di Siena, nonché Direttore della sezione di Estetica comparata del Centro Internazionale di Studi Comparati “I Deug Su” Università di Siena.